C’è un programma su RealTime che si chiama Cucine da Incubo;
in pratica Gordon Ramsay, un super Chef pluripremiato, iperconosciuto e con millemila ristoranti sparsi per il mondo, va nei peggiori ristoranti d’America, quelli che sono lì lì per chiudere, e li aiuta a rimettersi in sesto.
Cambia menù, prezzi e atmosfera generale in modo da avvicinarli ai gusti dei clienti e alle reali potenzialità del locale, cazzia i dipendenti e i proprietari che non fanno bene il loro lavoro, cerca di placare gli eventuali dissapori che ci sono tra loro e, dulcis in fundo, fa fare un restyling totale del ristorante da uno squadrone di esperti (del valore di non so quante decine di migliaia di dollari) per rendere il posto più confortevole, coerente con lo spirito del locale e attrattivo.
Tu penserai “Uau, dopo che ci è passato questo qui e hanno rifatto tutto da capo a piedi questi ristoranti avranno iniziato a fare faville, eh?”
In realtà no; su 5 puntate che ho visto di questo programma, nazzicando in Rete, ho scoperto che 3 ristoranti su 5 avevano chiuso nell’arco di 2/3 anni (a volte mesi) da quando c’era passato il buon Ramsay.
Sì sì, possiamo imputare la loro chiusura anche alla crisi endemica eccetera eccetera, resta il fatto che se uno dei migliori Chef e Imprenditori del settore ristorativo fa un check-up, una nuova strategia e ti rifà il locale ex novo in base alla sua esperienza decennale, i trend del mercato e i target group di riferimento e 60 ristoranti su 100 che hanno ricevuto questo “mega dono” non si sono salvati lo stesso c’è qualcosa che non va;
probabilmente questo qualcosa che non va lo potremmo ritrovare in un’impresa che, nonostante quanto consigli di fare e cerchi di migliorare al suo interno, ricade presto nelle vecchie abitudini, non segue quanto detto o, semplicemente, lo ignora.
Il Consulente non è un mago: on-line raccogli quello che semini off-line
Questo ragionamento si applica un po’ a tutti i settori, ma lo riferisco in particolar modo a quello che mi sta più a cuore (da leggersi come “il mio lavoro”):
quello relativo al Web e Social Media Marketing.
Che si tratti di consulenza, affiancamento o totale gestione strategica e operativa di un progetto/brand in Rete (dal Web Marketing Strategist al Social Media Community Manager) è sempre bene tener presente che
se i servizi/prodotti dell’azienda in questione hanno punti deboli evidenti, se non c’è un piano marketing strutturato (e integrato) a monte, se ogni reparto fa di testa sua e la mano destra non sa cosa faccia la sinistra, se (per dire) il servizio clienti fa pena, se l’offerta non stimola alcuna domanda (né latente né manifesta), se la nave fa acqua da svariate parti, il Web o Social Media Manager di turno c’è ben poco che possano fare, a parte cercare di mettere toppe a destra e manca dalla dubbia tenuta.
Ti dico questo perché spesso si tende a vedere nel mondo digitale la panacea di tutti i mali quando esso è, molto più semplicemente, uno specchio del brand in carne e ossa nel quale si riflette la realtà dei fatti…con tutti i risvolti positivi e negativi del caso; tutto ciò che riguarda il brand, ciò che ha fatto, ciò che ha da raccontare (ah sì, e anche il budget) incide sulle possibilità e sui risultati che offre la Rete.
Il Consulente non è un mago: da solo c’è ben poco che possa fare
Generalmente il Consulente Web e Social Media/Manager/Strategist lavora sulla base di ciò che viene fornito dall’apposito reparto o persona incaricata (in genere ha qualcosa a che vedere con il Marketing), in termini di informazioni, contenuti, news e tutto ciò che può avere e sapere solo chi lavora all’interno dell’azienda.
Se le informazioni di cui necessita non gli vengono fornite, se i contenuti di cui ha bisogno non gli vengono dati per tempo e con costanza, se le risposte che gli servono urgentemente ci mettono tempi biblici ad arrivare, se non viene informato di ulteriori iniziative/crisi/eventi in corso, se non viene ascoltato quando offre consigli fondamentali, se i suoi feedback non vengono presi in considerazione, c’è ben poco che possa fare.
Per quanto questa fantastica figura possa essere indipendente, in base al tipo di contratto stipulato, 9 volte su 10 necessita di un contatto diretto e costante, di materiali e di risposte direttamente dall’azienda per la quale lavora (e dagli eventuali altri collaboratori); viceversa, c’è ben poco che possa fare in termini strategici, puntuali e orientati ai risultati.
Chi lavora in Rete in generale e nei Social in particolare sa quanto la costanza, la puntualità e la strategia siano tasselli fondamentali per raggiungere qualsiasi tipo di risultato e, se il primo soggetto interessato (il brand), latita o è presente a singhiozzi, diventa un grosso problema rende il Web una risorsa reale di business.
E quindi…
Per quanto un Consulente Web e Social Media Marketing sia bravo, non è un mago; non può conoscere il tuo brand meglio del brand stesso, non può inventargli una nuova identità perfetta in Rete e non creare una strategia efficace senza una collaborazione pro-attiva da parte di chi conosce valori, materiali, tempi, promozioni, finalità, iniziative del brand stesso;
se non mi fornisci i materiali che ti chiedo quanto te li chiedo, non posso aiutarti;
Se non mi dai risposte per tempo quando ne ho bisogno, non posso aiutarti;
Se non mi fornisci le informazioni che mi servono per creare una strategia ad hoc non posso aiutarti;
e se non ascolti i miei consigli, per me è molto difficile darti i risultati che vorrei offrirti.