Il Social Media Marketer è una figura sempre più richiesta e proprio per questo finiscono per lanciarsi sul mercato anche tanti individui e agenzie improvvisate, rendendo estremamente difficile per chi non è addetto ai lavori capire se si ha davanti un professionista oppure no.
Dopotutto, per determinare quantomeno le competenze di chi asserisce di far parte di questa categoria ci sono tantissime certificazioni più o meno blasonate, ma non un percorso standardizzato, un ordine o un timbro che ne definisca l’appartenenza.
Insomma, chiunque può svegliarsi una mattina e proclamarsi Social Media Manager, nonostante ciò in realtà richieda un percorso di costante formazione, esperienza e aggiornamento (c’è chi addirittura ha dedicato un libro all’argomento).
Il problema quindi per molti imprenditori e manager diventa:
come faccio a sapere se la persona incaricata è preparata e sa quel che fa?
Come faccio a capire se ho messo in mano la faccia della mia azienda (sì, le metti in mano proprio faccia e reputazione) alla persona giusta o se, il consulente X/il collaboratore Y/l’agenzia Z, rischia di farmi buttare un sacco di soldi?
Qui ti indico quelli che, a mio avviso, sono chiarissimi segnali di allarme che dovrebbero farti prendere in considerazione l’idea di fare il fagotto con tutti i tuoi account Sociali e darlo in mano a qualcuno che ne sa fare migliore uso.
Di corsa, possibilmente.
Prima, una precisazione importante…
Io stessa ho fatto una marea di errori e tutti ne facciamo, soprattutto all’inizio, soprattutto quando il percorso è nuovo e si va delineando man mano che cammini ed è assolutamente più che giusto dare una possibilità a chi ha appena iniziato questo lavoro e ha voglia di imparare.
Quello che però non va bene, non va assolutamente bene è fornire un servizio senza avere le competenze necessarie per erogarlo, solo perché è molto richiesto, è remunerativo, è il trend del momento, soprattutto se in mano hai la reputazione di un’impresa che si interfaccia con un numero indefinito di persone e ciò che racconta, come lo racconta, possono influire sulle decisioni di acquisto e sul posizionamento che ha nelle menti di una quantità imprecisata di consumatori.
Quello che non va bene è improvvisarsi Social Media Manager o fornire servizi di Social Media Marketing solo per fare qualche soldo in più, magari dopo aver seguito un corso da 9,99 euro comprato online dal sedicente guru di turno.
Detto questo, partiamo con i chiarissimi segnali che forse la persona/agenzia alla quale ti sei rivolto non è proprio la scelta più azzeccata.
1) Post promozionali. Come se non ci fosse un domani
Questo non è Social Media Marketing, questo è trapiantare la tecnica promozionale da media tradizionale nel terreno del marketing digitale e, credimi, non funziona.
Da scappare, a gambe levate possibilmente.
Se la strategia del tuo Social Media Marketer o dell’agenzia alla quale hai affidato i tuoi account social risiede nel pubblicare solo o per la maggior parte messaggi commerciali, promozionali, “compra!”, “sconti imperdibili!”, “acquista subito!”, probabilmente la tua Pagina/account social avrà scarsissime interazioni e già questo dovrebbe farti capire che qualcosa non va.
Qualche like sparso qui e là, magari da parte di amici, dipendenti o clienti affezionatissimi, ma niente di più: questo non è Social Media Marketing, questo è trapiantare la tecnica promozionale da media tradizionale nel terreno del marketing digitale e, credimi, non funziona.
Pubblicare solo post promozionali costa meno tempo ed energie (quelle per pensare a cosa pubblicare per interessare e coinvolgere la nostra target audience e studiarla, ad esempio), ma non è una strategia e non fa sicuramente bene alla tua azienda, né ai clienti o potenziali clienti che non abitano i Social Network con l’intento di essere bombardati con messaggi pubblicitari.
L’agenzia/professionista serio studia per il tuo brand un piano di contenuti in grado di farti raggiungere i tuoi obiettivi coinvolgendo, non convincendo, bilanciando i vari formati e le varie rubriche in modo strategico, rispettando le logiche del social network.
Che no, non è una vetrina.
2)” Questa settimana abbiamo acquisito 180 nuovi fan: stiamo andando alla grande!”
Misurare il successo nei Social Network solo in base a quanti “mi piace” ha la tua Pagina o a quanti follower ha il tuo account Instagram è una delle cose più stupide che si possano fare: ci sono tante metriche (meglio ancora, KPI) che ti aiutano a capire se stai raggiungendo i tuoi obiettivi, ma di certo il numero di “mi piace” alla tua Pagina non è e non deve l’unico modo che hai per capire se la presenza della tua azienda nei Social stia dando frutti.
Si tratta di un numero facilmente gonfiabile (basta una campagna di Social ADS o, peggio, di acquisto fan/follower per vedere quel numero schizzare alle stelle) e non ti fa capire se stai raggiungendo dei reali obiettivi di business.
Il tuo Social Media Marketer deve scegliere insieme a te quali sono i KPI da misurare, proprio in base a ciò che vuoi raggiungere in questi ambienti: offrire un servizio di social care? Far conoscere il tuo brand presso determinati segmenti? Acquisire traffico referenziato? Acquisire contatti qualificati? Vendere, più o meno direttamente? Te le ha fatte queste domande?
Se è solo il numero di “Mi piace”, ma anche commenti, condivisioni e reazioni ciò che il tuo consulente in Social Media Marketing misura per capire l’andamento della sua attività, c’è un problema.
Grosso, per altro.
3) Analisi e richiesta di informazioni: 3 domande in croce non bastano
Ti fideresti di un dietologo che ti rifila una dieta (spacciandola per “personalizzata”, oltretutto) dopo averti fatto poche domande e preso giusto un paio misure?
No e non dovresti, perché evidentemente non ti sta offrendo un regime alimentare calibrato in base alle tue necessità, stile di vita ed eventuali patologie, ma l’ennesima dieta generica ipocalorica che va bene un po’ per tutti (e magari rischia di creare danni al tuo organismo, proprio perché ha bisogni unici da indagare e ai quali rispondere).
Allo stesso modo, scappa da chi ti propone una strategia e un piano editoriale dopo averti fatto poche e generiche domande.
Non dimentichiamo mai infatti, nemmeno per un attimo, che se a questo lavoro è stata aggiunta la parola “marketing” c’è un perché:
il marketing, tra le sue mille sfaccettature, è analisi, definizione e studio dei target, creazione di valore per questo persone, progettazione di azioni coerenti con target e obiettivi.
Se il tuo Social Media Marketer si è limitato a chiederti le credenziali di accesso ai tuoi Social account e a farti qualche frettolosa domanda circa le promo in corso e “chi fornisce il materiale da pubblicare”, ma non ti ha fatto un’intervista approfondita (in genere più di una, come spiego nel mio corso su Come diventare un Social Media Manager professionista) per capire la tua realtà aziendale, mission, obiettivi, target, azioni precedenti, posizionamento voluto e aspettative per dirne alcune, hai un problema.
Come può infatti veicolare i valori della tua azienda, perseguirne gli obiettivi…se non li conosce?
Sarà un’attività raffazzonata e standardizzata, che costa sicuramente meno tempo e fatica a lui (che ci vorrà mai a postare 4 o 5 cose a settimana?) , ma porterà ben pochi benefici alla tua impresa.
Questa disciplina è e deve essere analisi, progettazione, monitoraggio e ottimizzazione.
Sempre, in un circolo virtuoso.
4)”Facebook, Twitter, Instagram? Con il mio sistema pubblichiamo la stessa cosa ovunque, in un attimo”
Se copia e incolla la stessa medesima cosa in tutti i Social che gestisce per la tua azienda, hai un problema.
Se il tuo Social Media Marketer pubblica qualcosa su Facebook e lo auto-pubblica identico in tutti gli altri Social, hai un grosso problema.
Ogni Social Network ha i suoi linguaggi, tempi, modalità di comunicazione e specifiche tecniche , per ogni post che fai ne va valutata la compatibilità con target, obiettivi e calendario editoriale e va adattato al contesto.
Sicuramente pubblicare in un colpo solo ovunque fa risparmiare tempo, ma non è Social Media Marketing.
Nemmeno un po’.
Vale la pena ricordarlo:
Il Social Media Marketing è dare il messaggio giusto, alla persona giusta, nel momento giusto.
5) Report…che?
Il serio professionista analizza periodicamente le attività dei social account che gestisce per il tuo brand e ti invia report periodici (generalmente mensili, ma dipende dal tipo di attività e dalle richieste del committente).
Viceversa, come puoi sapere quali risultati state raggiungendo? A occhio? A “sensazione”?
Il serio professionista identifica e sceglie insieme al cliente quelli che saranno gli indicatori performance delle attività, gli eventuali test da fare, dove e come investire il budget pubblicitario, inviando costantemente dei report al cliente, commentandoli insieme a lui e, alla luce dei risultati e delle novità introdotto dai vari social network, rivedendo la strategia, tagliando “i rami secchi” e ottimizzando.
Niente report periodico? Nessuna proposta di implementazione, miglioramento, introduzione di nuovi formati/rubriche alla luce dei risultati, quantomeno ogni 12 mesi?
Ahi, ahi, ahi.
Altri errori madornali di Social Media Marketing che meritano una menzione (e un addio) speciale
6) Auto-condividersi costantemente i post/ mettersi “mi piace” da solo
7) Fare stalking agli utenti per venir considerato (es. mandare messaggi privati commerciali, pubblicare nelle bacheche altrui messaggi commerciali senza loro specifica richiesta, intervenire a gamba tesa in gruppi/discussioni per piazzare i propri contenuti)
8) Non avere un calendario editoriale (altrimenti detto “pubblicare a caso”, quando si può e ci va)
9) Inserire tantissimi hashtag ovunque, senza tener conto della specificità di ogni social network. È amatoriale, fastidioso, e spesso controproducente
10) Cancellare i commenti negativi e “far finta di niente”, anziché gestirli e trasformarli da criticità in opportunità
11) Non rispondere ai commenti, specialmente quando negativi
12) Pubblicare contenuti che non hanno niente a che vedere con identità/obiettivi dell’azienda ma prendono qualche “mi piace” (es. meme, aforismi “generici”)
13) Acquisire molte reazioni, commenti, condivisioni ed in generale interazioni da pubblici non conformi per caratteristiche demografiche a quelli che rappresentano le target audience del brand (es. se vendi in Italia e molte interazioni provengono da India e Africa, hai un problema gigante quanto il continente di cui sopra).
Questi sono dei chiarissimi segnali di allarme che ti dovrebbero far riflettere sulle reali competenze di chi ti gestisce i Social account aziendali;
è molto importante che i dirigenti delle imprese, piccole o grandi, abbiano un’idea di come andrebbe fatto ciò che incaricano di fare, di cosa sono gli spazi social, cosa offrono, che dinamiche hanno e, soprattutto, capiscano l’importanza dei Social Network per la propria azienda:
non è semplicemente una Pagina di Facebook.
Non è semplicemente una mini-estensione della propria impresa in Rete.
E’ l’agorà digitale in cui ci interfacciamo con i nostri clienti e potenziali clienti, in cui mettiamo la faccia ogni giorno e costruiamo (o distruggiamo) relazioni e reputazione. E va curata con l’attenzione che merita.