Quando parliamo di identità digitale, uno degli elementi più sottovalutati – ma decisivi – è il tone of voice, ovvero il tono con cui il brand comunica online.
Non è un dettaglio stilistico, ma una vera leva strategica, che ti permette di:
- distinguerti in un mercato affollato
- creare una connessione autentica con il tuo pubblico
- essere coerente, riconoscibile e memorabile
Come spiego anche nel mio libro Professione Social Media Manager, il tono è parte integrante della strategia e non può essere lasciato al caso.
Vediamo quindi come definirlo correttamente, con esempi ed esercizi pratici.
1. Parti da una domanda semplice: chi sei davvero, come brand?
Per iniziare, prendi carta e penna o apri un documento e rispondi a queste domande:
- Qual è la personalità del tuo brand? È più serio e istituzionale o creativo e ironico?
- Quali sono i tuoi valori fondamentali?
- Se il tuo brand fosse una persona, come si comporterebbe in una conversazione?
- Che impressione vuoi lasciare in chi ti legge?
Esempio pratico:
Se gestisci un brand di cosmetici naturali artigianali, potresti puntare su un tono caldo, rassicurante, empatico.
Se invece lavori con startup tecnologiche, potresti usare un tono dinamico, smart, ispirazionale.
2. Definisci con precisione a chi parli
Il tono giusto si costruisce anche in base a chi legge o ascolta. Fatti queste domande:
- Chi è il mio pubblico ideale? Come parla? Come si informa?
- Cosa apprezza in un brand? Cosa lo infastidisce?
- Quali sono i canali dove lo raggiungo (Instagram, LinkedIn, TikTok) e qual è il linguaggio dominante lì?
Esempio pratico:
Se il tuo target sono professionisti over 40, usa un linguaggio chiaro, professionale, senza slang.
Se invece parli a giovani creator o imprenditori digitali, puoi osare con ironia, riferimenti pop, tono più disinvolto.
3. Scegli 3 aggettivi chiave che definiscano il tuo tono
Questo esercizio è utile per mantenere chiarezza e coerenza, soprattutto se più persone collaborano alla comunicazione del brand.
- Se dovessi descrivere il mio tono in tre parole, quali sarebbero?
- Quegli aggettivi riflettono davvero la mia identità? Sono sostenibili nel lungo periodo?
Esempio pratico:
Per un consulente finanziario freelance: affidabile, professionale, rassicurante
Per un brand di abbigliamento sostenibile: giovane, etico, motivazionale
4. Crea una griglia “Sì/No” per guidare chi scrive
Una tabella come questa aiuta a mantenere coerenza comunicativa, soprattutto se lavori in team.
Tono Sì | Tono No |
---|---|
Informale ma rispettoso | Ironico fuori luogo |
Educativo e chiaro | Didattico e noioso |
Coinvolgente e pratico | Autoreferenziale e vago |
5. Adattalo ai diversi canali (senza snaturarti)
Il tone of voice resta coerente nei valori, ma deve adattarsi al contesto.
Esempio pratico:
Su Facebook puoi essere più narrativo.
Su Instagram il tono è spesso più visivo e leggero.
Su LinkedIn serve un registro più professionale, ma comunque personale e accessibile.
6. Verifica se funziona (e aggiorna)
Il tone of voice non è statico: evolve con il brand e con l’audience. Chiediti periodicamente:
- Il mio pubblico si riconosce in come comunico?
- Sto ricevendo commenti del tipo “mi piace come parli” o “sei diverso dagli altri”?
- I contenuti con il mio tone performano meglio?
Conclusione
Il tone of voice è un pilastro invisibile ma potentissimo: quando è definito bene, si sente anche senza che sia dichiarato. Quando manca, si nota subito.
Non basta pubblicare contenuti: bisogna farlo con una voce riconoscibile, credibile e coerente.
Se vuoi imparare a costruire contenuti e strategie partendo da un TOV ben definito, ti consiglio di dare un’occhiata al mio corso “Social Media Marketing & Intelligenza Artificiale + ChatGPT”: ti insegno come usare l’AI per creare e mantenere un tono distintivo, efficace e strategico.
Hai già definito il tuo TOV? Raccontamelo nei commenti, sono curiosa di scoprirlo.