La Formula per Facebook Ads di successo

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Ormai sono sempre di più le aziende piccole e grandi che si rendono conto delle opportunità che offre una piattaforma pubblicitaria come Facebook, che permette di raggiungere con grandissima precisione le persone “importanti per il tuo brand”.
Proprio per questo, la concorrenza è sempre maggiore (la “consegna” delle inserzioni di Facebook è basata su un meccanismo d’asta) e sarà quindi verosimilmente sempre più difficile non solo ottenere gli stessi risultati ai medesimi costi, ma anche attirare l’attenzione delle persone giuste e convertirle.
C’è una formula che permette non di creare la Facebook Ads perfetta, ma quantomeno di aumentare le possibilità di raggiungere i nostri obiettivi, qualsiasi essi siano?
Dopo diversi anni di attività sul campo, errori e successi, credo di aver trovato quella che per me è la formula della Facebook Ads di successo.
E la voglio condividere con te.

Quali sono gli elementi di una Facebook Ads di successo?

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Per me sono essenzialmente 3 con peso pressoché uguale;
Il pubblico, il messaggio e tutti quegli aspetti tecnici che fanno si che una campagna Facebook Ads venga mostrata nel modo che ci interessa, ottimizzata per l’obiettivo che abbiamo, con la frequenza che riteniamo opportuna e per il periodo ideale.
Ti sembra banale? Credimi che non è così, viceversa oggi sarebbero milioni le aziende che ogni giorno acquisiscono notorietà, contatti e clienti da Facebook, mentre la realtà è che ancora in tanti vedono Facebook come “un giocattolino” attraverso il quale darsi visibilità a basso costo.

Invece, se metti insieme gli elementi principali di una Facebook Ads di successo riesci a raggiungere il tuo reale obiettivo (diciamocelo, “la pura visibilità” è spesso un obiettivo di aziende più grandi e strutturate, che hanno anche gli elementi per poterne misurare i ritorni e i budget per poter fare effettivamente campagne di rilievo), che sia stimolare l’interesse per un particolare prodotto, acquisire traffico qualificato, vendere o fare up-selling.

1. Non ti serve solo il pubblico giusto, ti serve un pubblico “pronto”

Supponiamo tu venda un software per i commercialisti e, appunto, voglia acquisire clienti tramite le Facebook Ads.

Non basta riuscire a selezionare bene il pubblico che verosimilmente ha le caratteristiche del commercialista (per percorso di studi, titolo lavorativo, interessi e comportamenti…di come selezionare al meglio il nostro pubblico ne parleremo nel corso in partenza), ma è necessario anche che sia pronto a fare l’azione che tu gli richiedi di fare.

Davvero credi che un commercialista che non ha mai visto e conosciuto la tua azienda né il tuo servizio sia pronto così, su due piedi, ad acquistare da te? O, se vendi, che so, corsi di formazione, scarpe, auto, pensi seriamente che basti selezionare il pubblico che corrisponde al profilo del tuo potenziale cliente per vendere?

Sì, in alcuni casi può funzionare, ma solo per determinate categorie, determinati “scontrini medi” (generalmente molto bassi) e se il brand è davvero conosciuto (in quel caso è molto più semplice vendere, acquisire contatti o raggiungere qualsiavoglia obiettivo con le proprie campagne, proprio perché si può saltare a piè pari la fase di awareness e acquisizione della fiducia). 

Ogni volta che devi far partire una campagna chiediti: qual è il mio obiettivo? Mi sto rivolgendo a un pubblico PRONTO a fare l’azione che gli chiedo? Ovviamente se voglio che visualizzino un video, mettano mi piace o partecipino a un concorso per vincere qualcosa è molto più semplice, diverso è se voglio che facciano azioni più pesanti, come richiedere informazioni e acquistare; lì mi serve una strategia, un funnel.

Soprattutto, in quel caso dovrò lavorare in primis sui Pubblici Personalizzati, persone che verosimilmente hanno già espresso un interesse nei confronti del mio brand e sono quindi più pronte a fare l’azione richiesta.

2. Non basta “l’annuncio pubblicitario”, hai bisogno di un Messaggio Mirato

Vedi, se non comprendi davvero che Facebook offre una forma di native advertising e non di pubblicità tradizionale, difficilmente potrai renderlo una risorsa di business.

Questo significa che la maggior parte delle inserzioni che andrai a creare prenderanno la forma di normali post che vengono mostrati nella Sezione Notizie degli utenti (con una piccola scritta in grigio “Sponsorizzato”, di cui il fruitore medio ho notato che raramente si accorge), tra l’annuncio dell’ultimo nato nella famiglia del cugino e la foto al mare del compagno di università. Devi quindi non solo attirare l’attenzione del tuo potenziale cliente nel mare magnum di post, ma anche coinvolgerlo per poterlo convincere.

Il tuo “annuncio-post” parla davvero ai bisogni/desideri del tuo pubblico? Gli richiede un’azione che è disposto a fare? Saranno i risultati a darti ragione o meno di questo, l’importante è testare sempre più formule che parlino “alla pancia, alla testa e al cuore” della tua audience, dandole un motivo reale per cliccare sul tuo contenuto.

Chiaramente per parlare di “messaggio mirato” lo stesso deve essere diversificato in base alla fase in cui si trova il tuo pubblico e alle leve che funzionano meglio su quello specifico segmento; per chi ha visitato il tuo sito web, inserito degli articoli nel carrello e non ha portato a termine l’acquisto potrai usare determinati elementi ed “esche” (nonché dare per scontato che conosca il tuo brand e sappia già cosa offre), diverso il messaggio che andrai a dare ad una Core Audience, un pubblico selezionato per interessi, comportamenti, etc che non ti conosce, non sa chi sei e va “accompagnato” nel percorso di conversione.

Capisci cosa intendo?

3. Oltre il pubblico e il messaggio, gli aspetti “tecnici” da non sottovalutare

Ovviamente c’è tutta una parte più tecnica assolutamente importante, come:

  • la definizione del budget da allocare alla campagna (se ho 3000 visitatori al mese della pagina “prezzi” del mio sito, non posso mettere un budget di 50 euro al giorno per 10 giorni)
  • la tipologia di campagna da usare e relativa ottimizzazione (Meglio ottimizzare per interazioni? Per click? per conversioni? Per click e poi per conversioni?)
  • il bidding
  • la durata della campagna
  • il periodo di messa online della campagna (andare a fare retargeting su cui ha abbandonato i prodotti nel carrello 2 mesi fa molto probabilmente avrà meno successo del farlo su chi ha eseguito l’azione negli ultimi 7 giorni…)
  • i test, fondamentali da fare sempre e che ci permettono di capire quale posizionamento/creatività/pubblico/ottimizzazione/bidding/etc funziona meglio

Il Facebook Advertising non è una scienza esatta e i successi sono fatti di percorsi di prove ed errori, ma sicuramente imparando a scegliere il Pubblico Pronto per l’azione che gli chiediamo di fare, un Messaggio Mirato che faccia leva sui reali bisogni/desideri dell’audience che andiamo a soddisfare con i nostri prodotti/servizi e curando gli aspetti tecnici possiamo esponenzialmente migliorare le nostre performance.

E finalmente uscire dal loop del “comprare visibilità su Facebook”.

 

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Veronica Gentili

Imprenditrice digitale, speaker, consulente e formatrice specializzata in Social Media Marketing e autrice di 4 libri best seller di settore. Veronica è considerata come uno dei maggiori esperti di Social Media Marketing in Italia e tra i 50 professionisti più influenti in ambito Ad-tech al mondo.

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