I social network sono parte integrante della nostra vita quotidiana.
Ci permettono di restare in contatto con amici vicini e lontani, di mantenerci costantemente aggiornati, di raccontarci e di confrontarci.
Ma quali sono i motivi che stanno al base del successo dei social network?
Quali bisogni sono in grado di soddisfare?
Credo sia importantissimo capirlo, sia che tu abbia l’intenzione di fare business attraverso queste reti, sia che tu le viva tutti i giorni come persona, in modo da farlo più consapevolmente.
Perché ci piacciono tanto i social network? Perché ci piace tanto Facebook?
Il racconto autobiografico è da sempre presente nella storia dell’umanità. Fin dall’antichità l’uomo ha avvertito il bisogno di fissare la propria esperienza, non solo nel tentativo di vincere la caducità della sua esistenza, ma anche per riflettere sul proprio vissuto, comprenderne il senso ed acquisire nuovo slancio vitale. (Duccio Demetrio)
Quando si parla di Social Network, la prima cosa che ci viene in mente è Facebook.
Conosciuto da tutti in tutto il mondo, conta 1.06 miliardi di utenti attivi al mese ed è un fenomeno di portata mondiale.
Alcune ricerche*, basate sulla Piramide dei bisogni di Maslow, hanno dimostrato come i social network in generale e Facebook in particolare siano in grado di soddisfare vari bisogni umani; dal bisogno associativo (parlare, condividere con gli amici opinioni e foto), a quello di sicurezza (su Facebook, ad esempio, parliamo -o dovremmo parlare- solo con persone che di fatto conosciamo e ciò pare rassicurante), al bisogno di stima (venire scelti dagli altri come “amici”, ricevere loro “mi piace” e commenti) fino al bisogno di autorealizzazione (i social network ci permettono di esprimere noi stessi e, quindi, di contribuire alla nostra realizzazione).
Eppure, questo non basta a spiegarne il successo.
Un’interessante ricerca condotta dagli psicologi della IULM nel 2011 ha dimostrato come i social network siano in grado di far vivere un’ottima esperienza denominata “Flow” (flusso): uno stato di intenso coinvolgimento e benessere, capace di far volare via il tempo nel senso più positivo del termine.
C’è poi quello che è, a mio avviso, l’aspetto fondamentale: come esseri umani abbiamo il forte bisogno di lasciare una traccia di noi stessi, ma, soprattutto, di raccontarci.
Abbiamo bisogno di dare un senso a passato e presente, di sentirci parte di una storia unica e irripetibile: la nostra.
Di qui la genialata di Mark Zuckerberg, quella di creare un Diario con tanto di Timeline in modo da poter ripercorrere continuamente la narrazione di noi stessi e degli altri.
E poi c’è la forte necessità di sentirsi considerati, di dare spazio a quella vena narcisistica che c’è in ognuno di noi: di qui il mare di foto, status e video che animano i social network ogni giorno e che, per alcuni, sfiorano la psicopatologia.
Perché, a volte, questa autobiografia digitale che nasce dal bisogno di sentirsi vivere e sentir vivere diventa un reality dell’assurdo.
Facebook & Twitter: due mondi diversi, due ritmi diversi
E’ degli ultimi giorni il confronto di alcuni blogger tra i due colossi dei social: Matteo Piselli riporta lucidamente le esperienze di diverse persone che tollerano poco Facebook, Enrico Giammarco spiega perché in molti preferiscano Twitter a Facebook.
Poi arriva Davide Licordari che confessa di apprezzare Facebook e fa presente che il paragone tra i due non è possibile: già, non è proprio possibile.
Si tratta di due social network con modalità comunicative, strumenti, linguaggi e finalità completamente diverse.
Come ben sottolineato dall’articolo di BrainFactor che trovi in fondo al post, Twitter nasce come piattaforma di micro-blogging, Facebook come luogo in cui connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita.
Twitter vive interamente nel presente, i tweet hanno una vita brevissima e scivolano velocemente nel flusso di notizie, Facebook con la sua Timeline, propone all’utente un diario personale in cui guardare al passato, ripercorrerlo e raccontarlo.
Su Twitter il rapporto può essere unidirezionale, puoi seguire qualcuno senza che necessariamente ti segua a sua volta, Facebook nasce con l’intento di connetterti ad altre persone in modo biunivoco e solo ultimamente ha introdotto la possibilità di diventare “seguace” di qualcuno senza chiederne l’amicizia.
Facebook ha un ritmo molto più lento di Twitter, dà molto rilievo all’appeal visuale e alla narrazione di sé, Twitter è un ambiente in cui leggere e twittare informazioni e notizie utili, con a disposizione solo 140 caratteri.
Per finire, Facebook ti permette di definire la privacy dei contenuti a vari livelli e secondo diverse personalizzazioni, su Twitter puoi avere un profilo pubblico o privato, nient’altro.
Se Facebook è il luogo migliore per raccontarsi e leggere il racconto digitale e multimediale che gli altri fanno di sé e del mondo, Twitter è un ambiente in cui leggere notizie di primissima mano e scambiarsi commenti rapidi e informali.
Resta il fatto che questi social network ci piacciono tanto ed entrano sempre più nelle nostre vite.
Perché ci permettono di vivere e proporre una sorta di reality di noi stessi.
Perché siamo curiosi come bertucce e vedere cosa fa, come sta, dove va l’ex o l’amica di turno senza esser visti è divertente.
E perché abbiamo un gran bisogno di sentirci parte del fenomeno più chiacchierato degli ultimi anni: i social network.
*Nel corso del post faccio spesso riferimento all'articolo "Social Networks: Digital Personalities and Styles of Affiliation" ricco di ricerche e spunti interessanti in merito.