Come funziona l’algoritmo pubblicitario di Meta nel 2025: guida rapida

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Se ti occupi di social media marketing, ti sarà sicuramente capitato di chiederti perché alcune campagne su Facebook e Instagram funzionano alla grande e altre, con lo stesso budget e target, non portano a casa neanche un risultato decente.

La risposta, spesso, sta tutta lì: nel modo in cui funziona l’algoritmo pubblicitario di Meta. E no, non si tratta di magia nera o alchimia digitale: si tratta di capire le regole del gioco e usarle a proprio favore.

Dietro ogni ad… c’è un’asta

Ogni volta che qualcuno apre l’app di Facebook o Instagram, Meta deve decidere quali annunci mostrare e a chi. E lo fa attraverso un’asta in tempo reale (a meno che non scegli la modalità “Prenotazione” consigliata solo in casi specifici, come spiego nel corso), dove ogni inserzionista partecipa con il proprio annuncio. Ma attenzione: non vince semplicemente chi offre di più.

L’algoritmo valuta almeno tre cose fondamentali:

  • quanto è disposto a spendere l’inserzionista
  • quanto è rilevante quell’annuncio per la persona che lo vedrà
  • quali sono le probabilità che quella persona compia un’azione (clic, commento, acquisto…)

In pratica, Meta preferisce mostrare un annuncio utile, interessante, ben fatto, piuttosto che quello di chi ha semplicemente più budget. Perché il suo vero cliente, non dimentichiamolo, è l’utente.

L’algoritmo ha bisogno di dati, ma anche di tempo

Appena attivi una campagna, il sistema entra in una fase chiamata “apprendimento”. Sta cercando di capire chi, tra le persone che hai deciso di raggiungere, è davvero interessato a ciò che offri. E per farlo, ha bisogno di tempo e stabilità.

Del resto, il machine learning, un sottoinsieme dell’AI che permette a un sistema di apprendere e migliorare in modo autonomo e che è alla base della pubblicità su Facebook e Instagram, necessita di dati per farti raggiungere i tuoi obiettivi.

Ogni volta che modifichi la campagna — il budget, le creatività, il pubblico — l’apprendimento riparte da capo. E questo è uno degli errori più comuni che vedo: cambiare troppo, troppo presto, senza aver dato tempo al sistema di ottimizzare.

Peggio: dare al sistema pochi dati e “segnali” è il modo migliore per far sì che faccia una gran fatica a portare risultati… e ne porti di pochi e molto costosi.

Creatività batte targeting (quasi sempre)

Un altro aspetto fondamentale a oggi è che la creatività È il targeting.

Dimentichiamo le targettizzazioni per interessi e comportamenti granulari del passato, i pubblici iper-personalizzati, il sistema oggi come detto ha bisogno di dati e liquidità per portare risultati ed è proprio lui a farci raggiungere “la persona giusta” se usiamo “la creatività giusta”… già, ma cosa si intende con questo?

Immagini, video, testi che coinvolgono, che parlano direttamente alla persona e ai suoi bisogni e desideri, ottimizzate per i vari posizionamenti – specialmente verticali! -.

Di fatto, una creatività efficace e coerente con il tuo obiettivo non solo performa meglio, ma costa meno. Sì, hai letto bene: l’algoritmo premia gli annunci che offrono un’esperienza utente positiva, anche e soprattutto dopo il clic, questo è un altro aspetto fondamentale di cui tenere conto quando parliamo di Meta Advertising.

Testa varianti, lavora sugli angoli comunicativi, cambia formato. L’algoritmo ama chi sperimenta e, soprattutto, ama avere più varianti tra le quali “pescare”.

Automazione: sì, ma con giudizio

Meta ha spinto tantissimo sull’automazione, soprattutto con strumenti come Advantage+. Ti promettono di fare tutto al posto tuo: trovare il pubblico, gestire il budget, scegliere i placement.

E in alcuni casi funzionano anche bene, ma non puoi affidarti solo all’automazione: fai molta attenzione, specialmente a strumenti come Creative Advantage+ che “modificano” le inserzioni aggiungendo a volte musiche, varianti, link e prodotti catalogo totalmente fuori luogo.

Fai anche attenzione ai pubblici Advantage+: come abbiamo visto nel corso – ti ho parlato di quel mio cliente B2B – sono in genere la prima scelta, ma in alcuni casi possono portare a raggiungere pubblici totalmente fuori target e a far buttar via tempo e, soprattutto, soldi.

In conclusione

L’algoritmo pubblicitario di Meta nel 2025 non è un nemico da temere, ma un alleato da conoscere. Lavora per ottimizzare i risultati, ma ha bisogno di dati, tempo e — soprattutto — qualità.

Più sei chiara nei tuoi obiettivi, più dati e segnali gli fornisci, più sei brava nel costruire esperienze che funzionano… e più ti premia.

Se stai iniziando ora, o se vuoi migliorare i tuoi risultati, parti da qui: capisci le regole, applicale con intelligenza e misura ogni passaggio.

Perché non serve essere perfetti, serve essere strategici.

Un abbraccio,
Veronica

Immagine di Veronica Gentili

Veronica Gentili

Imprenditrice digitale, speaker, consulente e formatrice specializzata in Social Media Marketing e autrice di 4 libri best seller di settore. Veronica è considerata come uno dei maggiori esperti di Social Media Marketing in Italia e tra i 50 professionisti più influenti in ambito Ad-tech al mondo.

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