[vc_row width=”no-padded” overlay_colour=”#d0d8ff” overlay_opacity=”1″][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Questo articolo fa parte del Progetto Penne Gentili, un’iniziativa speciale che permette a chi fa parte del club di Veronica di scrivere nel suo blog e farsi leggere da migliaia di lettori. Vuoi partecipare anche tu? Entra nel VGClub![/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Dall’ottimizzazione del profilo alla creazione di contenuti SEO friendly, dall’inserimento dell’alt text nelle immagini all’uso corretto (e strategico) degli hashtag: ecco tutto quello che c’è da sapere, per fare SEO su Instagram.
Cos’è la SEO
La SEO (acronimo che sta per Search Engine Optimization) è un insieme di tecniche e operazioni volte a favorire l’indicizzazione dei contenuti di un sito o di una pagina in un motore di ricerca, al fine di migliorarne il posizionamento in SERP, cioè nella pagina dei risultati.
In parole semplici, si tratta di una serie di azioni e accorgimenti messi in atto a livello di metatag, codice e contenuti (testuali e multimediali) per aiutare il motore di ricerca – ad esempio Google – a capire di cosa tratta la nostra pagina. In questo modo, nel momento in cui un utente digiterà una parola e farà una ricerca, Google saprà restituirgli le URL che meglio rispondono alla sua richiesta, “pescando” proprio dal suo indice.
SEO e Instagram: abbinata perfetta
Cosa c’entra la SEO con Instagram?
C’entra eccome. Anche Instagram ha il suo motore di ricerca interno, a cui accedi dalla sezione Esplora. Esso è regolato da un preciso algoritmo che va educato affinché possa restituire i tuoi post o il tuo profilo nei risultati.
Prima di vedere quali sono le tecniche da adottare per ottimizzare i tuoi contenuti e ottenere maggiore visibilità (e magari anche maggiori contatti/clienti), facciamo un passo indietro e vediamo come funziona la sezione Search del social network.
Come funziona la ricerca su Instagram
Lo scopo principale del pannello Search di Instagram è quello di mettere ordine tra milioni di account e miliardi di post, per aiutarti a trovare quello che cerchi, esattamente come fa Google con il suo motore di ricerca.
Dopo aver svelato come funzionano Feed, Stories, Reels ed Esplora, i vertici IG hanno finalmente deciso di far luce anche su questa sezione e rivelare (se non proprio tutti) alcuni dei criteri utilizzati per indicizzare e ordinare i risultati di una ricerca.
Diversamente dalle altre aree, qui l’algoritmo ha un potere più limitato perché sei tu a chiedergli qualcosa di specifico; lui deve solo aiutarti a trovarlo, decidendo cosa mostrarti.
E come lo fa?
Tenendo conto di 3 segnali:
- il testo digitato
- la tua attività
- i segnali di popolarità
Nel caso del testo, tutto parte proprio da una ricerca. Una volta toccata la barra presente in alto, nella sezione Esplora, puoi iniziare a digitare qualcosa (una parola o una combinazione di termini). Da quel momento Instagram sfoglierà il suo database cercando quella keyword nel nome utente, nelle bio, nelle didascalie dei post, negli hashtag e nelle posizioni (geotag). Tutti elementi che – vedremo tra poco – concorrono a ottimizzare profilo e contenuti in ottica SEO.
I risultati verranno quindi mostrati sotto, divisi 5 sezioni: Principali, Account, Audio, Tags, Luoghi.
La novità, introdotta qualche mese fa, è la sezione “Principali”, una specie di pagina riassuntiva dove trovi tutti i post/reels che secondo l’algoritmo soddisfano la ricerca.
Anche la tua attività sul social, cioè gli account che segui già, i post che hai visualizzato e il modo in cui hai interagito con i profili incide nella creazione di questa pagina. E nel caso i risultati potenziali siano parecchi, IG tiene conto anche dei segnali di popolarità, privilegiando profili, hashtag e luoghi con il maggior numero di clic, Mi piace, condivisioni e follower.
Qui trovi il comunicato ufficiale di Instagram.
“Tutto molto bello. Ora mi spieghi come si fa a comparire lì in mezzo???”
Detto, fatto.
6 aspetti da ottimizzare per farti trovare
Rispetto alla SEO di Google, dove i fattori che concorrono a determinare indicizzazione e ranking per una pagina web sono più di 200, qui ce la caviamo con piccoli accorgimenti. Niente di tecnico, per fortuna, ma semplici best practice che puoi applicare subito sul tuo profilo e sui contenuti (sia i nuovi che quelli già pubblicati), per migliorarne il posizionamento, così da farti trovare dalle persone giuste, nel momento giusto.
1) Nome utente e nickname
Regola numero 1: differenziali.
Se il nome utente è il nome della tua azienda, nel nickname puoi spiegare di cosa ti occupi e qual è il settore in cui operi (il naming a volte non è così chiaro). Se invece sei un libero professionista e hai aperto un account con il tuo nome e cognome, puoi mettere nel nickname la tua qualifica. Se ancora non sei affermato/a nel tuo settore, non sarà così immediato associare il tuo nome a quello che fai, quindi sarai tu a doverlo dire agli altri.
Per fare un parallelismo con la SEO, nel nickname ci va il tuo H1 (heading title), cioè una specie di titolo all’interno del quale dovrai inserire la tua keyword primaria, cioè la parola chiave che meglio ti identifica. Ti metto degli esempi qui sotto, per farti capire.
2) Bio
Qui puoi utilizzare le cosiddette keyword secondarie, cioè altre parole chiave che spiegano meglio quello che fai. Come insegna Veronica nei suoi corsi, ricordati che la bio non è scritta per autocelebrarsi e parlare di te, ma per aiutare l’utente a capire che sei la persona o l’azienda giusta per lui/lei. Scrivila tenendo bene a mente il tuo target persona e ricorda: hai solo 150 caratteri a disposizione, usali bene!
Pensa a un’estetista specializzata in ricostruzione unghie: nel nickname potrebbe scrivere “Onicotecnica” (che è la sua qualifica professionale) e nella bio parlare di ricostruzione in gel o acrilico, nail art e smalto semipermanente, tutte parole che le persone interessate a questo servizio potrebbero digitare nel motore di ricerca interno.
3) Didascalia
Se hai strutturato bene il tuo piano editoriale avrai contenuti che, pur parlando dello stesso macro argomento, trattano temi diversi.
Continuando con l’esempio dell’estetista, il suo PED potrebbe prevedere un post dove spiega le differenze tra ricostruzione in gel e in acrilico, uno sulla forma delle unghie (squadrata, a mandorla, a stiletto, ecc.) e uno sulla durata del semipermanente. Il testo di accompagnamento di ogni contenuto (sia esso una foto, un carosello o un reel) dovrà contenere termini pertinenti a quello specifico argomento.
Alla fine quello che le persone cercano su Google lo potrebbero cercare, con le stesse parole, anche su Instagram. Quindi per trovare ispirazione e dati su quelli che sono i termini più digitati, puoi usare gli stessi tool che si usano per la SEO dei siti web. Te ne segnalo due gratuiti: lo Strumento di pianificazione delle parole chiave di Google Ads e il sito Answer The Public.
4) Hashtag
Attenzione, sto per rivelarti una cosa che ti sconvolgerà!
Se vuoi che gli hashtag siano SEO friendly, cioè contribuiscano a ottimizzare e indicizzare i tuoi contenuti, li devi inserire nella didascalia e non nei commenti!
E stando a quanto suggerisce lo stesso Instagram gli hashtag migliori sono:
- Pertinenti;
- Una combo tra noti, di nicchia e specifici;
- Max 3/5 per post (!);
- Non troppo generici o irrilevanti.
Gli hashtag sono delle etichette, molto simili a parole chiave, che utilizziamo per far capire all’algoritmo e agli utenti di cosa tratta il nostro post. È quindi importante non inserirli a caso, ma fare una ricerca di quelli più usati nel tuo settore, guardando cosa fanno i competitor o utilizzando tool specifici, come quello di NotJustAnalytics.
Come per la SEO, attenzione a non fare hashtag stuffing, cioè ad usarne troppi (o a usare sempre lo stesso gruppo di hashtag in tutti i post). C’è il rischio che IG li veda come tentativi di spam e ti penalizzi.
ps: Lo sapevi che, oltre ai profili, è possibile seguire anche un hashtag? In questo modo puoi vedere nel feed tutti i post che lo contengono, indipendentemente dall’account che l’ha pubblicato. È un buon modo per trovare contenuti interessanti e per scoprire nuovi profili.
5) Alt text per le immagini
Il testo alternativo (o alt text) è un’introduzione recente su Instagram ed è stato il segnale che ha fatto capire ai marketer quanto l’ottimizzazione dei contenuti sia entrata prepotentemente a far parte anche di questo social.
Ma facciamo un passo indietro.
Cos’è l’alt text nel mondo SEO? È una breve descrizione testuale dalla triplice funzione:
- Rendere il contenuto fotografico accessibile alle persone con disabilità visive o a chi utilizza uno screen reader;
- Dare una descrizione del contenuto nel caso la foto non venga mostrata o caricata;
- Aiutare l’algoritmo a capire cosa c’è rappresentato in quell’immagine.
Sia Google che Meta stanno da anni lavorando al riconoscimento degli oggetti rappresentati nelle foto, così da poter fornire una descrizione automatica di ogni foto per chi usa uno screen reader. Le stesse informazioni vengono poi condivise anche con l’algoritmo, per aiutarlo a indicizzare al meglio i contenuti multimediali. Tuttavia si tratta di una tecnologia tutta in divenire e che spesso commette degli errori.
Ecco perché la compilazione manuale dell’alt text può aiutare il motore di ricerca a capire cosa c’è nella tua foto. Vediamo come inserirlo e aggiungerlo ai tuoi post (sì, anche a quelli già pubblicati).
Prima di pubblicare un contenuto:
Nella schermata finale, clicca su Impostazioni avanzate > Scrivi testo alternativo
Su un contenuto già pubblicato:
Clicca sui tre pallini in alto a destra > Modifica > Sull’immagine in sovraimpressione trovi la scritta “Modifica testo alternativo”, cliccaci su e inserisci l’alt text
6) Geotag
Attenzione a non fare spam.
Nel mondo SEO si parla di Black Hat SEO per definire un insieme di comportamenti e pratiche contrarie all’etica del motore di ricerca, usate per migliorare la visibilità di un sito ma che possono causarne la penalizzazione (deranking) o addirittura l’espulsione dalla SERP.
Anche su Instagram c’è il rischio di venire etichettati come spam. I profili che cercano di fregare l’algoritmo e violano i consigli e le Linee guida della community finiscono in basso nei risultati di ricerca o, addirittura, possono diventare proprio invisibili (hai mai sentito parlare di shadowban?)
Meglio non rischiare!
Vantaggi della SEO per Instagram
- Miglior posizionamento nel motore di ricerca interno
- Aumento della copertura organica dei tuoi post
- Possibilità di raggiungere un pubblico pertinente
- Crescita in termini di visibilità e numero di follower
- Creazione di una community in target
Di motivi per iniziare a fare SEO su Instagram direi che ne hai parecchi. Cosa aspetti?[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row width=”no-padded” overlay_colour=”#eaf5ff” overlay_opacity=”1″][vc_column width=”1/3″][vc_column_text][/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]Articolo di Beatrice Borini // SEO copywriter & Web Marketing Specialist
Scrivere è la mia passione, oltre che il mio lavoro: che sia un post sui social, un articolo per il blog o una landing page, uso le parole per raccontare quello che le aziende e i professionisti hanno da dire. Ma per ottenere un messaggio efficace (digitale e non) c’è bisogno di fare un viaggio, alla scoperta del proprio brand, dei competitor e soprattutto del target. Se vuoi lo facciamo insieme: tu porti le provviste e io la mappa. Scopri di più[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]