Da quando sono stati introdotti su Facebook gli hashtag hanno sempre fatto molto discutere: sono realmente utili per la diffusione dei post? L’utente medio li conosce, ma soprattutto, sa a cosa servono e come funzionano? Meglio postare con o senza?
I pensieri in merito si sprecano, personalmente credo gli hashtag su Facebook siano molto sopravvalutati e, per questo, assolutamente abusati nella maggior parte dei casi.
Ma andiamo con ordine.
Quando e perché sono stati attivati gli hashtag su Facebook
Era il lontano 2013, quando Facebook annunciava la lieta notizia: proprio come per Instagram, Tumblr e Pinterest, gli hashtag diventeranno cliccabili e daranno luogo a un flusso in cui verranno raccolti i post di profili e Pagine in cui vengono utilizzati.
Di fatto, la maggior parte dei social hanno introdotto gli hashtag per stimolare e aggregare le conversazioni intorno ad un determinato argomento o evento, poteva forse Facebook essere da meno?
Gli hashtag, dice poi agli inserzionisti, li puoi utilizzare anche nelle campagne, soprattutto per coordinare le iniziative cross-channel.
Insomma: gli hashtag erano ovunque, mancavano solo qui.
Con una piccola differenza, però: che mentre gli altri social, specialmente un Twitter o un Pinterest, vengono visti come spazi prevalentemente pubblici, Facebook è il regno del racconto personale per antonomasia e per questo prevede tante opzioni di privacy. In quanti postano pubblicamente? In quanti attivano e disattivano i post pubblici in base a ciò che condividono? In quanti, invece, condividono i propri pensieri, opinioni, eventi con gli amici e stop?
Eh sì perché i post che vedi nel flusso di un determinato hashtag sono solo quelli pubblici o condivisi con te dai tuoi amici.
Tutto il resto, non partecipa direttamente al dibattito.
Risultato: oggettivamente, quante volte vai a vedere il feed di un determinato hashtag su Facebook? Quanti dei tuoi amici lo fanno? E quanti usano hashtag in aggiornamenti pubblici?
Ma questi hashtag funzionano?
Quello che importa a noi marketer, di fatto, è se questi hashtag migliorano o meno le performance dei nostri post. Puoi e devi ovviamente fare dei test per capire se in base agli obiettivi dei tuoi post e alla tipologia del tuo pubblico hanno più o meno rilevanza, qui ti cito alcune ricerche fatte negli ultimi anni che possono fornirci qualche pista.
La ricerca di Edgerank Checker
Nel 2013, appena 3 mesi dopo l’introduzione degli hashtag su Facebook, una ricerca di Edgerank Checker prende a campione alcuni post con e senza gli stessi, dimostrando che non solo quelli senza hashtag hanno una reach maggiore, ma anche un engagement medio maggiore. Ma sono passati anni, chissà quante cose sono cambiate, giusto?
La ricerca di Socialbakers
Nel 2014 una ricerca di Socialbakers dimostra che l’utilizzo di molti hashtag penalizza l’interazione (come vi dicevo, i trenini di hashtag su Facebook non sono una scelta felice):
Spesso e volentieri puoi notare che gli hashtag messi assolutamente a caso (es. “per #evitare la #fila usa questi #accorgimenti”), che non danno nessun valore al post, ma creano solo molta confusione. Soprattutto su Facebook, less is more.
Nel 2017 Socialbakers conferma quanto detto, ovvero che i post con meno hashtag ricevono maggiori interazioni:
La ricerca di Buzzsumo
Siamo nel 2016 e Buzzsumo analizza oltre 1 miliardo di post da oltre 3 miliardi di brand, piccoli e grandi.
La conclusione? I post con gli hashtag generano meno interazioni:
Il test di Agorapulse
Nell’Agosto 2017 Agorapulse, celebre tool di social media management, conduce un test per capire se e quanto l’utilizzo di hashtag incida su visibilità e performance dei post su Facebook, ovviamo in riferimento alle pagine. Il risultato è piuttosto interessante; reach organica mediamente maggiore del 4.4% e decisamente più interazioni.
Da allora non si rilevano test o dati di rilievo che penalizzino o incentivino l’utilizzo degli hashtag nel social network blu.
La ricerca di TrustInsights
A Febbraio 2019 TrustInsights analizza quasi 1.8 milioni di post per capire quale fattore incide di più nel determinare la copertura dei contenuti:Ciò che emerge è che tra i fattori principali che determinano la visibilità di un post c’è la lunghezza dello stesso, le condivisioni e le interazioni, all’ultimo posto troviamo il numero di hashtag.
No, secondo questa ricerca, non ci sono evidenza che utilizzarli aumenti la visibilità dei post.
I consigli di Hootsuite
Lo stesso Hootsuite, piattaforma leader mondiale nel Social Media Marketing, nella guida 2019 all’utilizzo degli hashtag, su Facebook consiglia di usarne 1 o 2, tenendo anche presente che su questa piattaforma, a differenza di Twitter o Instagram, la maggioranza dei profili sono privati e quindi le possibilità di estendere la reach grazie all’utilizzo degli hashtag è davvero molto bassa.
Quindi dovrei usare gli hashtag su Facebook o no?
Come ti dicevo, queste sono solo alcune piste che possono aiutarci a riflettere;
la risposta a questa domanda ce la possono dare solo i nostri test, condotti sul nostro brand, con i suoi contenuti, con le loro specificità e, soprattutto, con il nostro pubblico.
Gli hashtag restano uno strumento molto interessante soprattutto nel caso di campagne cross-channel, di eventi e anche nel caso di nicchie che ne fanno molto uso (pensa a quella dei web marketer) o, magari, per rendere una rubrica riconoscibile a colpo d’occhio (io la uso per le #FacebookNews e i #GliscoTips, ad esempio); tuttavia, direi di evitare di inserirne più di 1 o 2 per post, proprio perché potrebbero generare più che altro confusione.
Scegli l’effettiva parola rilevante nel post e accertati che generi conversazioni pertinenti con il topic che vuoi evidenziare.
In conclusione
Questi sono i dati e le riflessioni emerse a oggi nel 2019.
In generale, sembra che gli hashtag non aggiungano molto ai post su Facebook, a eccezione del test di Agorapulse e, anzi, che abusarne possa essere deleterio.
Tra 6 mesi, tutto potrebbe essere diverso; Facebook potrebbe aver introdotto un qualche tool per stimolare l’uso degli hashtag da parte degli utenti, chissà.
Resta sempre aggiornato, evita il continuo e massivo posting automatico da altri social (specialmente Instagram) e soprattutto…testa tutto.