In tanti non hanno digerito il nuovo layout dei propri Profili e delle Pagine;
caotiche dicono, lacunose in termini di usability, tutte quelle date in bella vista e la cronostoria di ogni persona e azienda..perché Facebook c’ha fatto questo pessimo regalo?
Partiamo da un concetto assodato: per le aziende Facebook, ed in generale tutti i social network, è una grande opportunità per creare un nuovo tipo di rapporto con potenziali clienti e clienti acquisiti.
E’ un rapporto che non ha niente a che vedere con quello creato e portato avanti dai media tradizionali, dove dall’alto si lanciava un messaggio pubblicitario e si faceva sì che “colpisse” più persone possibili, in modo verticale ed unidirezionale.
Facebook inaugura una nuova era nella comunicazione, impensabile fino a pochi anni fa: un’era in cui l’azienda esce dai propri grattacieli ed uffici, abbandona le voci impersonali da spot televisivo e diventa umana.
L’azienda, da luogo simbolico senza volto, scende tra le persone, parla con le persone, capisce che deve uscire dal paradigma one-to-many in virtù di un legame più reale, più vero, più umano con le persone: one-to-one, orizzontale, biunivoco.
L’azienda diventa “la/le persone” che ne parlano.
Direte voi ( Damiano e Roberto, in particolare 🙂 ), questo che c’entra?
Questa è la chiave della nuova timeline.
L’azienda si umanizza e noi esseri umani, per dirlo con le parole di Thompson:
“Siamo tutti i biografi non ufficiali di noi stessi,
poiché è solo costruendo una storia,
non ha importanza quanto ben congegnata,
che riusciamo a formarci un’idea a proposito di chi siamo
e del nostro futuro.”
Noi esseri umani abbiamo bisogno, biologicamente, di avere delle sequenze da collegare per dare un senso ad un evento,
abbiamo bisogno, per dare un volto a qualcuno, di vederlo ancorato storicamente a qualcosa, di attribuirgli una storia.
Lo spiega molto bene Giovanni Boccia Artieri in un articolo dal titolo “La fuga narrativa di Facebook: le nuove pagine fan e lo story telling management”:
“L’importanza della dimensione narrativa ha una relazione diretta con la fisiologia che abbiamo come esseri umani. Dal punto di vista cognitivo la nostra mente preferisce maggiormente impegnarsi con delle narrazioni che confrontarsi con dati grezzi. “
A Palo Alto devono aver compreso molto bene l’esigenza di rendere “umana” il più possibile la loro piattaforma.
E allora ecco spiegata la Timeline, i Pin (perchè tutti abbiamo qualcosa di più importante del resto da comunicare), i Milestones (abbiamo delle date cruciali nella nostra vita e in quella della nostra azienda), le immagini.
Eh già, perché un bel testo colpisce il cervello e poi la nostra sfera emotiva leggendolo, una bella foto evocativa, arriva dritta dritta a colpire la nostra emotività, con un linguaggio più semplice da decodificare e più veloce da metabolizzare (e sappiamo che sul web se non colpisci l’utente al primo colpo ci metterà un secondo ad abbandonare la pagina).
Ecco che hanno dato molto più spazio alle immagini in bacheca e offerto subito una “copertina” da visualizzare a chi entra nella nostra Pagina/Profilo.
E tutti i miei post sparpagliati quà e là sulla bacheca?
Non creano forse confusione?
In parte sì, almeno all’inizio.
Siamo esseri abitudinari, i cambiamenti in genere infastidiscono, soprattutto quando sembrano peggiorare lo status quo.
Eppure, anche in questo c’è un senso: la nostra Pagina/Diario, adesso racconta una storia.
Come abbiamo detto, è una storia fortemente “umanizzata” e quindi fluida, in movimento, come lo sono del resto i nostri pensieri.
Ecco, secondo me, il perché delle due barre nelle quali a Palo Alto hanno pensato di sistemare i nostri post: siamo tutti storie dinamiche e per raccontarle non é più efficace il modello lineare che Facebook ci forniva prima.
Facebook si avvicina il più possibile ai nativi digitali, quelli cresciuti in una società multischermo, avvezzi al multi tasking e agli ipertesti da una parte, alla nuova tipologia di story telling che aziende e persone oggi richiedono.
La nuova Timeline è molto più vicina a noi e al nuovo modo di intendere i rapporti tra azienda e cliente di quanto si pensi.
Basta solo dedicare un po’ di tempo alla metabolizzazione di questo “nuovo volto umanizzato” di Facebook 🙂