Un articolo di Ragan.com dal titolo “Report: words including “look” and “watch” don’t engage Facebook fans” riporta i risultati di una ricerca che ha studiato 111 Pagine Facebook di brand inglesi, contenenti oltre 2800 posts e sottolinea come le calls to action tipo “clicca”, “guarda”, “metti mi piace” non coinvolgano i fans come ci si aspetterebbe.
Jan Zajac, CEO di Sotrender (la società che ha curato la ricerca), dimostra come in realtà i fans siano sempre meno predisposti ad agire sotto la richiesta diretta delle aziende ed invece vengano coinvolti da immagini,domande dirette e parole che fanno presa sulla sfera emotiva (viene fatto l’esempio delle aziende che trattano cibo, per le quali le parole come “amore”, “buono”, “preferito” e “felice” creano realmente engagement).
Ma facciamo un passo indietro.
L’uso di imperativi per spingere l’utente ad azioni immediate è già stato sfruttato ampiamente dai media tradizionali (dall‘ “affrettati!”,“ordina adesso!” , “compra subito!”, “vieni a trovarci!” delle televendite, spot, cartelloni, messaggi radiofonici,etc) e, come una medicina usata frequentemente per troppo tempo, dimostra di essere diventato inefficace, soprattutto nella società di Internet e dei Social Network, dove è l’utente a scegliere consapevolmente dove e cosa comprare.
Detto, ridetto, ma non da tutti compreso, le aziende vedono cambiare sensibilmente il modo di comunicare al proprio pubblico, che non se ne sta più passivo sotto il diluvio di immagini (cit. Flusser) e parole aspettando che gli venga indicato il prodotto con maggior valore simbolico e concreto, ma interagisce, si informa, sceglie consapevolmente le azioni da intraprendere.
Non stupisce quindi che, a fronte di un cambiamento così importante nei paradigmi fondamentali di comunicazione, marketing e vendita, la gente sia stufa di vedere i vecchi metodi di convincimento ritagliati dai media tradizionali e appiccicati in uno spazio che non ha più niente a che vedere con le formule comunicative di tv,radio,riviste e compagnia.
E poi ci sono le immagini che assumono oggi un ruolo fondamentale nel comunicare per e ai proprio contatti.
Ce lo dimostra Facebook, con la sua continua evoluzione che lascia sempre più spazio e importanza alla parte visiva (immagini più grandi), ce lo dimostra il successo di un social network come Pinterest, incentrato tutto sulle immagini.
Tra il diluvio di notizie che ogni giorno viviamo nella nostra bacheca, leggere un post che mi parla di uno stupendo ristorante affacciato sul mare ha un impatto decisamente diverso dal vedere lo stesso post accompagnato da un’immagine che mi mostra il ristorante al tramonto, con le candele accese sui tavoli finemente apparecchiati ed il mare che sembra abbracciare gentilmente gli ospiti.
Un’immagine colpisce la mia sfera emotiva in un secondo, un testo ha bisogno di essere letto e compreso per venir apprezzato e richiede un tempo che non sempre siamo disposti a concedere.
Siamo stati tramortiti per anni da imperativi e dictat delle aziende che ci dicevano cosa comprare e a cosa attribuire valore e oggi, che questo nuovo modo di comunicare orizzontalmente tra aziende e clienti ci dona una nuova capacità di scelta e di critica, assistiamo al trionfo delle emozioni.
Un sito deve emozionare tra parole, immagini e layout perchè io gli dedichi attenzione.
Un post, deve fornirmi un valore, in termini emotivi o concreti perchè io lo commenti o esprima una preferenza.
E continuare a dire a nostri clienti cosa fare, come dimostra questa ricerca, è una modalità ormai obsoleta e superata.
Emozionarli tra immagini e testi semplici ma ricchi di richiami alla nostra sfera emotiva è, a mio avviso, l’unica strategia vincente per avvicinare potenziali clienti e fidelizzare quelli acquisiti.
Fonti: http://www.ragan.com/Main/Articles/c6547f01-3df6-4c15-a2eb-34613f5d7772.aspx
http://blog.sotrender.com/2012/05/words-that-engage-thousands-on-facebook/
Articolo segnalato da: Alessandro Gargiulo sul gruppo Fb Strategy